Centinaia di beduini, uomini, donne e bambini sono stati lasciati senza un tetto sulla testa nella gelida notte di lunedì 25 giugno del deserto del Negev, dopo che l'Amministrazione Territoriale Israeliana ha demolito le loro case per creare una nuova comunità ebraica. I beduini sfollati vivevano in due villaggi non riconosciuti dalle autorità israeliane, Yatir e Um El Hiran, dove ora sorgeranno due nuovi villaggi legali ebraici: Yatir e Hiran.
Questi piani edili sono solitamente pensati per far spostare i cittadini della classe media israeliana, che abitano il centro del paese, verso il Negev per poter aumentare la densità della popolazione ebraica in quest'area.
Il Consiglio Regionale per i Villaggi Non Riconosciuti, ILA, fa sapere che i piani di demolizione dei due villaggi erano stati approvati due anni fa. Quando gli ispettori per la demolizione hanno iniziato a giungere sul sito, domenica sera, sembrava che volessero stipulare un accordo con gli abitanti: il mattino successivo si sarebbe dovuto firmare un accordo di evacuazione e di indennizzo. Gli ispettori sono stati ospitati dai beduini che hanno organizzato un banchetto, un agnello è stato sgozzato in loro onore e gli è stato offerto un posto dove riposare durante la notte. Al sorgere del sole, però, invece di incontrare ispettori pronti a stipulare trattati e a firmare documenti, gli abitanti sono stati assaliti da bulldozer, poliziotti, soldati dell'esercito israeliano e ragazzini assoldati in nero da una compagnia edile. Testimoni hanno raccontato di scene sconvolgenti, come quando le forze di sicurezza hanno impedito alle famiglie di raccogliere gli oggetti personali dalle abitazioni. Alle madri non è stato permesso di prendere i figli con loro, mentre i soldati e i ragazzini-manovali trascinavano le culle e le brande dei bambini fuori dalle case, ammassandoli tutti in un angolo e impedendo alle madri di avvicinarsi finchè la demolizione non è stata completata. Alcune ore dopo, entrambi i villaggi erano totalmente rasi al suolo, nemmeno un'abitazione è stata risparmiata. Le famiglie sono state costrette a dormire una notte all'addiaccio nel deserto, con temperature che possono raggiungere anche i 5 C° in questo periodo dell'anno. Non è ancora stato specificato se riceveranno alloggi alternativi o se, alla fine, l'indennizzo promesso verrà assegnato.
I residenti beduini dei villaggi non-riconosciuti di Yatir e Um El Hiran sono sfollati già da anni, come molti altri beduini del Negev, esplusi dalle loro terre ancestrali nel 1956. La loro terra natale è stata annessa al Kibbutz Shoval - fondato dieci anni prima dai socialisti ha Shomer ha Tzair. Gli sfollati erano stati costretti a muoversi verso est senza che il governo gli offrisse alloggi alternativi o terre per continuare l'agricoltura e la pastorizia. I villaggi che questi rifugiati hanno poi costruito sono stati dichiarati illegali dalle autorità israeliane, e quindi sono esistiti in uno stato di precarietà, rischiando di venire demoliti. La demolizione di villaggi "illegali" e lo sfollamento dei residenti accade annualmente dal 1956. Israele ha sempre rifiutato di riconoscere in maniera ufficiale, dal momento della formazione nel 1948, molti villaggi pre-esistenti. In aggiunta a questi siti più antichi ci sono circa altri 40 insediamenti che ospitano più di 100.000 persone. Quasi nessuno di questi villaggi possiede elettricità o acqua corrente e i residenti ammalati rischiano spesso la morte a causa di strutture sanitarie inesistenti.